Presentata la terna finalista del Premio Letterario Isola d’Elba – Raffaello Brignetti

27 Giu
27 Giugno 2015

Sabato 20 giugno presso la libreria il Libraio di Portoferraio sono state presentate le tre opere finaliste della 43^ edizione del Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba – R. Brignetti. Il servizio di TeleElba.

Renzi, contrordine compagni: è finita la rottamazione, evviva l’usato sicuro!

12 Giu
12 Giugno 2015

I Presidenti di Regione eletti

Commenti alle elezioni a ballottaggi aperti

Inizio qualche notarella sulle elezioni partecipando con interesse al dibattito che i miei quattro lettori hanno avviato su Renzi e sulla sua politica. Miei giovani amici, non sono d’accordo sul fatto che Renzi sia un moderno doroteo pragmatista senza afflato politico. Le idee politiche le avrebbe eccome, ma la situazione sociale, giudiziaria ed elettorale del paese si è così incarognita che deve mettere paura non solo a Renzi ma a tutti gli uomini di buona volontà.
Tre temi stanno esplodendo lasciando Renzi (ahimè) sostanzialmente impotente. La questione degli immigrati, l’inchiesta giudiziaria Mafia Capitale e gli equilibri nelle regioni.

La questione degli immigrati

L’immane tragedia degli immigrati da poche ore fa il giro del mondo in un contesto terribile per la nostra immagine. Centinaia e centinaia di essi si riparano e si riposano per le scale e gli androni della stazione centrale di Milano (la porta dell’Expò tanto per intenderci). Siamo alla solitudine delle scelte e questo avviene sempre nella vita. Noi da tempo sosteniamo l’esigenza di distruggere (ed è tecnicamente possibile) le imbarcazioni degli scafisti e creare, con un aiuto logistico europeo, aree di accoglienza sul territorio libico. Non c’è molto tempo. Il livello di insofferenza sociale del paese sta crescendo.

L’inchiesta giudiziaria Mafia Capitale: un boa lungo sette metri

L’inchiesta giudiziaria Mafia Capitale è come un serpente boa di terribili dimensioni, ingurgita tutte le creature che incontra, siano esse già morte o vive o ancora inconsapevoli della sorte che li attende. L’impressione generale è di un “si salvi chi può” dove forse potrebbe non salvarsi nessuno e Renzi, sicuramente del tutto estraneo a questa vicenda, vede mangiare da questa terribile bestia decine di punti percentuali nella Capitale d’Italia. A lui l’ardua scelta, sganciarsi o resistere? Sia chiaro, entrambe le scelte richiedono grande coraggio e Renzi, a dire il vero, ne ha a bizzeffe.

Gli equilibri nelle regioni

Nelle regioni Renzi non ha nĂ© vinto nĂ© perduto: ha semplicemente vinto l’usato sicuro di un personale politico che non si definisce renziano ma che trova la sua legittimazione nel forte consenso sul territorio, in una gestione significativa del potere e in una capacitĂ  realizzativa non indifferente. Prendiamo quattro casi che dimostrano che l’oscar delle regionali è andato a “l’usato sicuro”. In Puglia Emiliano è un ras assoluto e il suo sogno è divenire il pancho villa del meridione. Fatto per tempo un accordo forte con l’UDC di Totò Ruggeri, ha letteralmente maramaldeggiato sui suoi competitor. In Campania De Luca è la reincarnazione di un novello Spartacus (“‘nu ddio”, scrive Ferrara) forte, efficiente, sfrontato e molto fortunato. Ma è ormai chiaro che senza la sua vittoria per Renzi sarebbero state giornate grigie.
Rossi ha stravinto in Toscana ma non ha mai cambiato di una virgola la sua identità politica ed il suo modo di essere uomo strutturato della “ditta”. E’ per questo che Renzi, che aveva già capito l’antifona in Calabria dove il presidente eletto, comunista vero, non intende subire il dictat nella composizione della giunta, si è intestato di corsa queste vittorie perché è meglio vincere con un buon usato sicuro che immolarsi senza motivo nel segno o nel sogno di Lady Like alias Moretti.

Straordinario successo dei candidati democratico cristiani in Sicilia

12 Giu
12 Giugno 2015
Firetto, eletto Sindaco di Agrigento al primo turno con il 60% dei voti.

Firetto, eletto Sindaco di Agrigento al primo turno con il 60% dei voti.

Elezioni siciliane: Agrigento, Gibellina e Marsala

Lo straordinario successo di candidati a cultura democratico cristiana ci dice che occorrono tre cose: quantitĂ , qualitĂ , coerenza.
La quantità del lavoro e dell’impegno deve essere tanta, costante, un prerequisito direi.
La qualitĂ  significa avere idee, trasformarle in progetti e strategie che migliorino la vita di tutti i giorni dei cittadini.
La coerenza delle scelte significa che alla fine la gente ti riconosce un valore in piĂą se hai mantenuto le tue coerenze nella vita, negli affetti e nelle visioni politiche della societĂ .

Gli uomini del buon governo

05 Giu
5 Giugno 2015

Prefetto TroncaMentre molti si esercitano in un disfattismo triste e negativo a proposito di Expo, noi vogliamo spezzare una lancia per Milano, per Expo e per gli uomini del buon governo che hanno presidiato le istituzioni.

Oggi ci occupiamo di questi ultimi ed in particolare del Prefetto di Milano Tronca. Sentite cosa questo umile servitore dello Stato ha detto a proposito di Expo:

“Nei mesi preparatori di Expo ho adottato una logica della prevenzione per contrastare le infiltrazioni mafiose – ha aggiunto Tronca – Expo ha rappresentato, da subito, una grande occasione, la più interessante per il malaffare: è stata proprio questa consapevolezza che ci ha spinto ad elaborare nuove idee e nuove pratiche, mettendo in piedi un sistema avanzato e sofisticato. Un sistema , che ci ha consentito di estromettere, attraverso 80 interdittive, le aziende infiltrate, negando perentoriamente l’ingresso nei cantieri alla malavita e sottraendo centinaia di milioni di sodalizi mafiosi.

Abbiamo messo in atto una rivoluzione copernicana – ha spiegato – immaginando, sperimentando e collaudando moderni e chirurgicamente efficienti moduli di azione in tema di appalti e di contrasto alle infiltrazioni malavitose. Il 2 giugno, ha detto ancora Tronca, è sempre stato un giorno di speranza, di consapevolezza, di orgoglio e di memoria.

Nel 100mo anniversario di ingresso dell’Italia nella grande Guerra, che mi piace definire IV guerra di indipendenza, secondo una lettura storicistica ormai sempre più consolidata, e nel 70mo anniversario della Liberazione dall’occupazione nazifascista, questa memoria è più viva che mai e richiama alla mente sofferenze, devastazioni, un esagerato tributo di morte. Perché la storia ci insegna – ha concluso – che dobbiamo restare sempre vigili”.

Milano, le sue istituzioni e gli uomini delle stesse ci rendono “meno male” orgogliosi di questo paese.

Commento

Sicurezza energetica, prioritĂ  politica per l’Italia

28 Mag
28 Maggio 2015

sicurezza-energeticaLa sicurezza energetica appare ormai una priorità politica di assoluta importanza per l’Unione europea, che si mostra sempre più impegnata nell’attuazione di misure volte allo sviluppo della produzione interna di idrocarburi in determinate aree (Mediterraneo, Mar Nero e Mare del Nord) e nell’ampliamento della rosa dei fornitori guardando con interesse verso l’Africa, il Nord America, il Caucaso e l’Australia.

Le vicende legate alla crisi russo-ucraina, così come alle guerre civili in Libia e Siria, se da un lato, possono essere considerate vere e proprie minacce alla sicurezza energetica dell’UE (che importa il 53% dell’energia che consuma), dall’altro lato, sembrerebbero costituire terreno fertile per l’effettiva realizzazione delle misure messe in campo a livello sovranazionale.

Basti pensare alle recenti iniziative intraprese dall’Esecutivo comunitario, a partire dalla strategia proposta per la creazione di un’“Unione dell’energia”, definita dal Vicepresidente della Commissione europea Sefcovic come “il progetto politico più ambizioso dalla creazione della Ceca”. Ma anche al richiamo formale presentato nei confronti della compagnia russa Gazprom, indagata per aver abusato della posizione dominante di cui gode sui mercati del gas naturale dell’Europa centrale e orientale, violando così la normativa comunitaria in materia di concorrenza. Tra le motivazioni del richiamo figura la politica dei prezzi sleale che Gazprom avrebbe praticato nei contratti di fornitura siglati con cinque Stati membri (Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia), basata sull’utilizzo di una formula di indicizzazione del prezzo del gas in base ad un paniere di prodotti petroliferi.

Si tratta di iniziative che potrebbero rimuovere gli ostacoli alla creazione di un mercato unico del gas, dove il prezzo sarebbe determinato dall’incontro tra domanda e offerta, incidendo sullo smantellamento dei contratti di importazione “oil-indexed” praticati dai fornitori extraeuropei e sulla riduzione del differenziale dei prezzi tuttora esistente tra i Paesi dell’Unione. Secondo l’agenzia internazionale di rating Fitch, il richiamo della Commissione nei confronti di Gazprom è in grado di avviare un allineamento della politica dei prezzi del gas naturale nei Paesi dell’Europa centro-orientale, a cui è imputabile circa il 30% delle vendite del colosso russo del gas, con quella dei Paesi dell’Europa nord-occidentale dove sono prevalenti i prezzi hub.

La possibilità di ampliare il numero dei fornitori di gas naturale agevolerebbe anche la creazione della rete transeuropea di infrastrutture per l’energia, rendendo a sua volta vantaggioso lo sviluppo dei rigassificatori e, più in generale dello stoccaggio, e favorendo la componente “spot” rispetto ai contratti di fornitura di lungo periodo finora negoziati sulla base della formula “take or pay”.

La sicurezza energetica deve essere considerata una priorità politica di assoluta importanza anche per l’Italia alla luce della forte dipendenza dalle importazioni estere (pari all’80% del suo fabbisogno di energia) e, dunque, dell’elevata esposizione al rischio di interruzione di tali forniture. Il petrolio costituisce la fonte di energia più utilizzata nel nostro Paese (35,2% dei consumi energetici totali), seguita dal gas naturale (32,4%) che vede la società russa Gazprom affermarsi quale primo fornitore, malgrado il calo delle sue vendite registrato tra il 2013 e il 2014. Hanno un peso strategico anche i flussi di fornitura di gas provenienti dalla Libia tramite l’operatività del gasdotto Greenstream.

Oltre alla soddisfazione del fabbisogno energetico, il gas può contribuire alla creazione di opportunità di crescita per il nostro Paese che, in particolare, dovrebbe scendere in campo per contendersi il ruolo con la Spagna di “hub del gas liquido” nel Mediterraneo.

L’impegno delle Ferrovie a sostegno della mobilità siciliana

22 Mag
22 Maggio 2015

Il minuetto sulla tratta Palermo-Catania, stazione di Caltanissetta Xirbi

“Quando dal male nasce il bene”, un modo di dire che sembra descrivere quanto sta accadendo per i trasporti in Sicilia, soprattutto dopo la chiusura della A/19 che ha diviso l’Isola in due parti riportandola idealmente all’epoca della dominazione araba, quando la linea di demarcazione passava proprio lungo il fiume Salso.

Ad una situazione di così straordinaria difficoltà per la mobilità siciliana, una prima risposta è provenuta dalle Ferrovie dello Stato Italiane.

Dallo scorso 3 maggio, infatti, 14 corse al giorno (7 per ciascuna direzione) assicurano in 2h 45’ i collegamenti tra Palermo e Catania, con un’offerta complessiva giornaliera di 2100 posti, contro i 300 garantiti in precedenza da un unico treno. Il successo di questa nuova programmazione è il frutto di un lavoro avviato da tempo per la modernizzazione della mobilitĂ  ferroviaria siciliana, che il crollo del viadotto sull’A/19 ha reso di urgente attuazione. I benefici sono stati immediati e tangibili. Come ricordano le FSI, il potenziamento a 14 corse giornaliere fa seguito ad un primo tempestivo provvedimento che lo scorso 13 aprile aveva portato ad istituire due corse aggiuntive a quelle giĂ  in orario. Da allora il numero dei passeggeri che scelgono il treno su questa direttrice è in costante crescita e con loro anche l’offerta delle Ferrovie. Ma i benefici per i viaggiatori, non si fermano qui. Contestualmente all’attivazione delle nuove corse – operate da 7 nuovi treni Minuetto – le societĂ  che assicurano i collegamenti su strada tra Palermo e Catania sono state a loro volta costrette a rivedere la loro offerta ed a ridurre i prezzi dei biglietti, tagliandoli del 30%!

La sensazione è che si stia inaugurando una nuova stagione per il trasporto pubblico dell’Isola e che le Ferrovie dello Stato ne siano le protagoniste.

Entro ottobre, infatti, saranno operativi i primi cantieri per la realizzazione della nuova linea veloce Palermo-Catania-Messina. Un’infrastruttura di interconnessione tra le dorsali ionica e tirrenica che migliorerà sensibilmente la mobilità per i passeggeri e le merci (a regime si potrà andare da Palermo a Catania in 1h 45’ mentre da Catania e Messina basteranno 45 minuti) ed offrirà una valida alternativa ai flussi di traffico dell’Isola, con benefici anche in termini di riduzione delle emissioni di CO2.

Ma non è tutto. FSI è altresì impegnata nella realizzazione delle connessioni tra la rete ferroviaria e i nodi portuali ed aeroportuali siciliani, nella riapertura della Palermo-Trapani via Milo (tratta Alcamo D.ne-Trapani via Milo), mentre una radicale trasformazione sta interessando la rete di trasporto dell’area metropolitana di Palermo (27 comuni ed oltre un milione di persone). Asse portante di questa evoluzione verso un sistema della mobilità moderno e integrato con le linee dei tram, dei bus e con una rete di parcheggi di interscambio è il Passante ferroviario che presto attraverserà la città (video con il progresso dei lavori tra le stazioni di Palermo Notarbartolo e Carini) e la sua area metropolitana (da Cefalù all’aeroporto Falcone-Borsellino: 90km di linea, 20 dei quali all’interno della città), mentre il progetto di potenziamento della rete cittadina procede con la realizzazione delle nuove linee dei tram e dal completamento dell’Anello ferroviario.

Tutto questo in prospettiva ci annuncia il trasporto che sarà, dall’altro però ci ricorda la situazione di profonda arretratezza infrastrutturale dell’Isola. Se i trasporti rappresentano “lo specchio del livello di sviluppo di un Paese” allora l’impegno delle Ferrovie dello Stato è quello di concorrere a dare impulso a questo cambiamento.

Prof. Alberto Brandani – Presidente Federtrasporto

Il garantismo a velocitĂ  variabile del PD (ovvero: decido come meglio credo)

20 Mag
20 Maggio 2015

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Nei tempi andati i commentatori ed i protagonisti della vita politica si dividevano tra giustizialisti e garantisti. La differenza era nota e non occorreva quasi a nessuno un “bignami” interpretativo.
La seconda repubblica aveva confuso i confini ma mai si era veduto una babele interpretativa come oggi.
Il PD, partito piĂą forte, registra appunto per questo le piĂą forti contraddizioni.
Garantista con De Luca, candidato presidente in Campania con una condanna di primo grado e severissimo con Lupi, ministro senza avviso di garanzia; probabilmente garantista con il sindaco di Siena Valentini (avviso di garanzia) e severo col suo predecessore Ceccuzzi, dimessosi all’indomani di un avviso di garanzia.
Garantista a oltranza per sottosegretari e severo con gli alleati di De Luca definiti addirittura impresentabili.
Ora sia chiaro che:

  1. siamo sempre stati favorevoli ad un corretto garantismo
  2. siamo ancor piĂą favorevoli a che il giudizio riguardi criteri di opportunitĂ  politica, ma questo significa anche esaminare caso per caso, con serenitĂ  salomonica, ed avendo il coraggio di spiegarlo chiaramente.

Verrà così reso un servizio al dibattito sulla giustizia ed in definitiva al funzionamento delle istituzioni.

Prof. Alberto Brandani