Archive for category: Banche

“L’Italia del fare: infrastrutture e crescita; banche e competitività”. Invito al Convegno

21 Dic
21 Dicembre 2018

Invito convegno: “Il sistema bancario italiano nell’Eurozona e nella UE: il rapporto con l’economia reale”

17 Gen
17 Gennaio 2018

Ruolo delle Fondazioni bancarie. La rassegna stampa del Convegno organizzato dalla Fondazione Formiche

25 Giu
25 Giugno 2016

Si è svolto lo scorso 22 giugno a Roma, presso il Centro Studi Americani, il convegno “Ruolo delle Fondazioni bancarie; banche, direttive europee, economia reale” organizzato da fondazione Formiche di Alberto Brandani. È intervenuto l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio (foto di Umberto Pizzi), che si è detto perplesso sulla vigilanza unica sulle banche in capo alla Bce.

“Quando la vigilanza era esercitata dalle banche centrali nazionali i risparmiatori italiani non hanno mai perso una lira”, ha detto Fazio – scrive Askanews – La vigilanza sulle banche deve avere “natura preventiva, ma per fare questo il vigilante deve stare sul territorio del vigilato. Qui invece tutto viene centralizzato a Francoforte. Se guardiamo agli Usa, la vigilanza non la fa mica la Fed di Washington, ma le Fed dei vari distretti territoriali” ha sottolineato Fazio.

Giuseppe Guzzetti, riconfermato presidente dell’Acri, ha vantato come merito delle Fondazioni il contributo a difendere l’italianità. “Se il centro decisionale sta a Parigi e non a Roma non è vero che non fa differenza”. E’ stato uno dei passaggi del suo intervento.

Stefano Cingolani per Formiche.net (articolo rilanciato da ItaliaOggi) ha riportato i passaggi cruciali del Convegno. In rassegna stampa trovate pure l’articolo di Eugenio Fatigante su Avvenire, Franco Bechis su Libero ed i due articoli di Antonio Signorini pubblicati su Il Giornale.

Lo stesso Franco Bechis ha prodotto un video con alcuni passaggi dell’intervento dell’ex Governatore Antonio Fazio. Eccolo:

Perché avere ancora fiducia nel Monte

21 Gen
21 Gennaio 2016

mps-1

In questi giorni il vertiginoso crollo della azioni del Monte Paschi (in poche sedute perduto oltre il 36% del valore) ha indotto analisti e commentatori a immaginare scenari disastrosi. Quando un fenomeno si fa collettivo, bisogna cercare di capire i perché di natura reale e quelli di natura psicologica. Nella caduta di Mps vi sono molti elementi che nulla hanno a che vedere con la reale solidità della banca. Vediamo quali:

  • Il crac di 4 banche e i continui rigurgiti giudiziari su una scellerata gestione del Monte, antecedente alla attuale gestione hanno indotto molti risparmiatori a ritenere che fosse il caso di “levare le tende”;

  • Secondo analisti di Londra l’ondata di vendite con una evidente speculazione ribassista ha trovato possibili esecutori in grandi fondi statunitensi non controbilanciati da normali offerte di acquisto;

  • Strumenti legislativi (esempio bail in) di la da venire sono stati però vissuti come un immediato problema;

  • La mancata decisione sulla costituzione della bad bank per lo smaltimento di circa 200 miliardi di sofferenze del sistema bancario assommatasi in circa 7 anni di difficoltà economiche, è la riprova più vera che, per tagliare l’erba sotto i piedi della speculazione, la costituzione di questo veicolo è ormai indifferibile; il non farlo “sarebbe un grave atto di insipienza e irresponsabilità”; “dopo avere affinato l’interlocuzione tecnica con Bruxelles, gli stessi commissari competenti fanno sapere che tempi e modi della scelta dell’istituendo veicolo sono di esclusiva responsabilità dell’esecutivo italiano” (cfr. Angelo De Mattia).

Ma tutto questo ha a che vedere con l’azione positiva del Monte? A noi non pare se consideriamo l’enorme lavoro portato avanti in questi anni e in questi mesi. Ridurre lo stock dei crediti deteriorati, proseguire sulla spinta dei ricavi da commissione, rimanere focalizzati sugli impieghi, continuare nell’abbattimento del cost management, tutto questo in linea ed oltre con gli obiettivi previsti nel piano industriale 2014-2018.

Con l’entrata a pieno regime del Meccanismo di Vigilanza Unico, MPS è tra le 15 banche italiane soggette alla vigilanza diretta della BCE. Questo fatto pone in capo a MPS degli obblighi di trasparenza estremamente stringenti verso la BCE, verso il mercato e verso la clientela.

MPS è stata quindi sottoposta a partire dal novembre 2013 alle severe verifiche di BCE per valutare la solidità delle banche in prospettiva.

Dopo il Comprehensive Assessment del 2013 a novembre scorso la decisione della BCE è stata di indicare a MPS il mantenimento di un requisito patrimoniale minimo in termini di CET1 (Common Equity Tier 1) del 10,2% per il 2016 e del 10,75% per il 2017.

Al 30 settembre 2015, il CET1 del MPS si attestato al 12% superiore quindi al requisito regolamentare.

In buona sostanza oltre ad essere sottoposta ad una diretta e continua vigilanza da parte della BCE, la banca ha messo in atto un processo di rafforzamento patrimoniale, efficienza operativa e di alleggerimento dell’attivo finanziario.

A questo si aggiunga la chiusura di posizioni problematiche lasciate dalla precedente gestione (vedasi operazione Alexandria) ed un complessivo miglioramento del profilo di rischio nel pieno rispetto del piano concordato con il regolatore europeo.

Viola ed i suoi collaboratori hanno fatto un lavoro straordinario e senza nulla togliere a loro vorrei aggiungere che il fair value che esercita Siena e la più antica banca del mondo lo si è visto nel fatto che due aumenti di capitale, per qualcosa come 16.000 mld delle vecchie lire, sono stati assorbiti in un battibaleno da un mercato internazionale che ha un’attenzione dilatata dal fascino misterioso che questa grande banca continua ad esercitare su economisti e gente del popolo, piccoli azionisti e grandi speculatori che tutti in fondo la vorrebbero possedere e posseduta.

L’articolo è stato pubblicato sul Corriere di Siena Giovedì 21 gennaio:

Corriere di Siena, 21 gennaio '16

Un vero riformista: Mario Draghi alla BCE

27 Gen
27 Gennaio 2015
Mario Draghi
E così siamo arrivati all’acquisto da parte della Banca Europea di circa mille miliardi di titoli di Stato emessi dai paesi europei. Certo, non è come battere moneta ci diranno i puristi dell’economia, ma è una spinta formidabile alla ripresa dell’economia europea e -ancora di più- alla ripresa di un’idea politica dell’Europa.

Come vero riformista, Mario Draghi ha perseguito questo obiettivo prima studiandolo accuratamente, poi costruendone la fattibilità, infine mettendolo in campo e, quindi, realizzandolo. Gettando, va da sé, il cuore oltre la siepe degli egoismi e dei calcoli eternamente perfettibili.

Aiuti alle banche: Italia e Germania a confronto

28 Nov
28 Novembre 2014

ministeroeconomiafinanze_1Da un’accurata, e direi piccata, noticina del MEF si apprende che le banche italiane hanno avuto durante la crisi aiuti dallo Stato per circa 4 Mld di €, per altro in gran parte restituiti, mentre le banche tedesche circa 240 Mld.

La notizia mi pare si commenti da sola.

Zini, il banchiere che fece grande Mps

26 Lug
26 Luglio 2014

LAN_SIENA_2014_07_26Si sono svolti ieri pomeriggio a Firenze i funerali di Carlo Zini, scomparso all’età di 86 anni. Entrato in Banca Toscana subito dopo il diploma aveva salito tutti i gradini dell’istituto.
Quindi era arrivato al Monte dei Paschi come Provveditore nel 1983. Con lui la Rocca visse la fase dell’espansione e della crescita.

Di Alberto Brandani*

CARLO ZINI se n’è andato ma, banchiere moderno come pochi, ha lasciato un segno indelebile del suo operato nel rendere straordinariamente grande il Monte dei Paschi e nel farne in pochi anni, con magistrali intuizioni e scelte di tempo, il primo vero
gruppo integrato italiano. Nato nel ‘28 e fresco ragioniere assunto in banca è da dire allo sconcertato esaminatore dell’epoca «il mio desiderio è diventare direttore (generale, ndr) della banca».
Sale rapidamente tutti i gradini gerarchici di Banca Toscana dove aveva iniziato la sua avventura professionale fino ad arrivare a Vice Direttore Centrale.
Da lì negli anni ‘80 diviene Amministratore Delegato della stessa. Primo e anche ultimo caso di dipendente Banca Toscana a raggiungere tale livello.
Ma questa non vuole essere una scheda biografica ma un sintetico ricordare il formidabile lavorio in tutti i campi del Monte dei Paschi (dove arrivò Direttore Generale nel giugno del 1983) che fecero della stessa un gigante internazionale.
IN TUTTI I CAMPI possiamo dire che fu, con una visione lungimirante che anticipava gli anni, ciò che sarebbe poi accaduto.
Internamente all’azienda risolse il problema dell’informatica facendo accettare da tutti l’informatica in tempo reale come sistema di automazione moderna.
Nel campo delle risorse umane si trovò ad affrontare l’uscita di nomi gloriosi quali Bianchi e Pasqui e con mano ferma scelse i Gronchi, i Cariello, i Brogi e tanti altri che non starò a citare con l’aurea regola della meritocrazia.
Le relazioni sindacali furono con lui improntate a franca ruvidità ma sortirono enormi benefici per il Monte Paschi e per il popolo
montepaschino.
Fu il primo in Italia a determinare un accordo (l’accordo prime) tra una banca e i fondi comuni di investimento del Gruppo Agnelli.
COSÌ COME il Monte fu il primo a creare in Italia un rapporto per il risparmio gestito con i migliori d’Europa (allora il Credit Agricole). Con lui la banca ebbe una piena e completa espansione territoriale in Italia: lo sbarco in Sicilia con la Banca di Messina e la Canicattì; la presenza nelle regioni a statuto speciale in Val d’Aosta e nell’azionariato della Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto; l’acquisto dell’Icle e il grande potenziamento del Credito Fondiario.
Anche nel campo dell’Internalizzazione Zini operò uno scossone violento. La presenza in Austria, la Monte Paschi France, la Monte Paschi Swisse, il Belgio, l’Australia, Singapore ed ancora New York.
Come si può facilmente vedere un disegno organico: la riorganizzazione della banca; l’espansione territoriale in Italia della stessa; il processo di internalizzazione; accordi con i grandi gruppi privati.
NON POSSO non ricordare però il rilancio straordinario che fece della immagine culturale del Monte, con le grandi mostre che da New York a Tokyo, da Roma a Siena scandivano il senso della bellezza universale. Come un fascino raro avevano le serate autunnali di Fontana Fredda.
Lasciò nel ‘93 per un avviso di garanzia, in una vicenda nella quale le sentenze degli anni successivi lo troveranno, lui e gli altri protagonisti, totalmente estraneo. Ma tant’è, si chiuse in un acerbo ed amaro silenzio aprendosi solo con la cerchia di pochissimi intimi.
Le cronache bancarie, di quegli anni, lo ricorderanno come un indiscusso ed apprezzato protagonista dell’economia italiana.

*Già Deputato Banca MPS