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Storia anonima delle eccellenze d’Italia. La Sanità in Toscana

14 Giu
14 Giugno 2018

Vi voglio raccontare la storia di un conoscente anonimo che per comodità perché gli anonimi non mi sono mai piaciuti chiameremo Angiolo Paganini.

A questo signore scoprono ai primi del 2016 tre distinti tumori, uno al colon uno al fegato ed uno al rene. Decide di andare ad operarsi al Policlinico di Siena e l’operazione anzi per dire le tre operazioni in una, vengono eseguite da due equipe quella di chirurgia generale del Prof. Remo Vernillo e quella di urologia del Prof. Gabriele Barbanti.

Tutto si svolge con grande professionalità. Alcune complicazioni del paziente lo obbligano poi a sei sette giorni di terapia intensiva. Un centro straordinario, almeno a Siena, tra l’ade e la fantascienza. Il poveretto nelle sue allucinazioni pensa da un momento all’altro di vedere arrivare Caronte che lo traghetti nell’aldilà. Ma si vede che non è la sua ora.

Uscito da questa esperienza il nostro Paganini vorrebbe raccontare a qualcuno l’Italia che funziona ma per ritrosia se ne sta zitto. Arriva il 2018 ed il reparto di urologia diretto da Barbanti gli trova un quarto tumore questa volta alla prostata. Operazione urgente con la robotica e conseguente degenza nel padiglione della chirurgia assistita. E qui il nostro Paganini si stupisce ancora di più. Ambienti luminosi, pulizie impeccabili, cortesia e scrupolo assoluti. E tutto questo diciamo servirebbe fino ad un certo punto se non fosse integrato dalla presenza continua del capo del reparto Dott. Pizzirusso (un metronomo dell’assistenza), del Prof. Barbanti e di tutto lo staff.

Quello che colpisce è il realizzarsi da un lato della “democrazia della salute” (protocolli standard e attenzione sostanziale identica per tutti), dall’altra un team quello della robotica di urologia all’avanguardia. Dal Dott. Gentile, un fuoriclasse, a tutti gli altri, questo reparto produce il 60% degli interventi di robotica dell’intero Policlinico Le Scotte.

Questa volta il povero Paganini non si è trattenuto e ha voluto far sapere al mondo intero, affascinato dai talk show di protesta, dagli slogan che tutto va male, da un senso strisciante e continuo di voler tutto criticare, che invece in Italia ci sono un’infinità di settori dove la gente lavora, lavora bene e salva vite umane. In tutto questo evidentemente speriamo che la politica regionale abbia fatto al meglio il suo mestiere. Ad Angiolo Paganini piacerebbe capire infatti se certe divisioni e strutture del comparto sanitario oggi con onestà intellettuale non andrebbero magari ripensate e meglio integrate.

In Toscana c’è un proverbio: non c’e due senza tre ed il quarto vien da sé. Come capirete, Paganini spera di aver già dato.