Archive for category: Cultura

“Mica si potrebbe trovare un milioncino per il Premio Letterario?”

03 Dic
3 Dicembre 2014

Franco Masoni ha intervistato lo scorso Luglio il Prof. Brandani nel corso della sua trasmissione “Ping Pong”, andata in onda su Canale 3 Toscana. Brandani è uomo di cultura e oltre ad alcuni passaggi sulla laboriosa Fondazione Formiche, si è soffermato con il Masoni sul Premio Letterario Isola d’Elba Raffaello Brignetti. Brandani racconta un aneddoto piuttosto curioso, episodio che dà avvio ad una collaborazione oramai trentennale (il Professore presiede il Premio Letterario e la Fondazione Formiche). A metà anni ’80 Geno Pampaloni convocò Brandani alla Facoltà di Lettere a Firenze, dove trovò la grande Giuria del Premio, e gli disse: “Questo Premio è rimasto chiuso per undici anni, per mancanza di fondi, mica si potrebbe trovare un milioncino?”. Da lì incominciò un sodalizio tutto volontariato che ha portato il Premio a essere considerato tra i primi 30 premi letterari d’Italia.

Staff

Online il Volume storico del Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba – Raffaello Brignetti

06 Nov
6 Novembre 2014

copertina-libro-premioAlla metà degli anni ‘80 il grande letterato Geno Pampaloni mi convocò alla Facoltà di Lettere di Firenze e tra il serio e l’ironico mi chiese se avessi potuto trovare un milioncino per mantenere in vita il premio.

Le affettuose sollecitazioni di Giancarlo Castelvecchi colto pittore elbano e l’ironica richiesta di aiuto letterario di Pampaloni, mi convinsero all’istante.

Nacque cosi per me un binomio inscindibile tra l’Elba, Portoferraio e una innata curiosità per i libri e le storie belle. Sono passati quasi trent’anni e poiché riteniamo indispensabili per le giovani generazioni il valore della memoria, vogliamo contribuire alla stessa con queste piccole noticine che, se vogliamo in modo un po’ burocratico, raccontano comunque la storia di un premio letterario silente, angusto e grande.

Alberto Brandani, Presidente Giuria Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba “Raffaello Brignetti”

P.S.: mi sono forse dimenticato di indicare la cosa più importante, sul Sito del Premio Letterario, per la prima volta online dopo le due pubblicazioni cartacee, è possibile sfogliare il volume frutto di un accurato lavoro di ricerca storica.

Il viandante di Pienza

31 Ott
31 Ottobre 2014

paolo-mettelNel centenario della nascita di Luzi è giusto ricordare Paolo Mettel, infaticabile bibliofilo e viandante della cultura migliore.

Alberto Brandani

Pienza, la grande bellezza

20 Ott
20 Ottobre 2014

pienza04Ieri il viandante che passeggiava nel Viale Santa Caterina vedeva la Val d’Orcia in tutto il suo splendore. Tutti la dovrebbero visitare.

Il secolo di Mario Luzi 1914-2014. Convegno a Roma mercoledì 22 ottobre

16 Ott
16 Ottobre 2014

INVITO_ROMA_22.10.2014_Ass. Mendrisio Mario Luzi(1)

La Fondazione Formiche ed il Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba–Raffaello Brignetti, nella loro qualità di membri del Comitato d’Onore per il centenario della nascita di Mario Luzi, sono lieti di invitarLa al convegno “Il secolo di Mario Luzi 1914-2014”. L’appuntamento è per Mercoledì 22 ottobre, alle h. 16,30, a Roma nella Sala Capitolare, presso il Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva (Piazza della Minerva 30).

Si avverte, come già ricordato, che l’accesso è consentito fino al raggiungimento della capienza massima.

L’inedito di Mario Luzi. Se l’ispirazione viene da Levante

16 Ott
16 Ottobre 2014

Luzi abitava da sempre in un piccolo appartamento di Via Bellariva 20, a Firenze. Piccolo e stipato di libri, il poeta lo viveva in modo molto sobrio. Grande, molto grande il terrazzo con una vista panoramica straordinaria. Il luogo dove il poeta passeggiava mentre scriveva e meditava.

MARIO LUZI
mario-luziDalla mia terrazza che ha una veduta periscopica quasi completa sui tetti di Firenze e sui dintorni orientali lo sguardo corre ogni mattina verso il monte dell’Incontro. E’ in lontananza una massa compatta eppure trascolorante e lieve. Da quella parte viene il giorno e discende l’Arno. Ma dietro si estende una regione fervida e invitante. Quello che i miei amici georgofili o chi per loro chiamano “il levante fiorentino”, è là. Si tratta di un paese sobrio e domestico. Essi regalano quel nome splendido e immaginoso a una terra a cui il lavoro oculato, la sapienza agricola e la saggezza amministrativa dei proprietari e dei contadini ha conferito un aspetto di fondamentale equilibrio e di parsimoniosa bellezza rustica.

Conoscevo più che altro di passaggio questo territorio, lo attraversavo o lo rasentavo andando verso Ronta, Dicomano, la parte orientale del Mugello oppure verso Poppi e il Casentino o anche entrando nel Valdarno per la vecchia via aretina … Solo in anni recenti l’ospitalità che trovo in una bella casa sulle alture di Rosano mi ha aperto una conoscenza più vasta di quella parte. La veduta che si stringe sul poggio dov’è edificata si apre azzurra e solare oppure celeste e innevata in lontananza sul Pratomagno o segue la linea di fuga risalendo la valle superiore dell’Arno. Beh, non mi ero mai fermato a lungo in quei borghi e in quelle campagne per cui ero passato tante volte e che ora vedevo dall’alto coordinati gli uni con gli altri, ben situati nella armonia di poggiate e di fondovalli. Li avevo poco frequentati Rignano, Reggello, la Rufina. Ma ero vissuto ugualmente nella rassicurante certezza che essi ci fossero e che fossero parte della terra fiorentina.

Del resto mi accadeva talvolta di fermarmi a goderne la vista dalla curva elevata di qualche strada o dal treno che l’attraversava sul vecchio e sul nuovo tracciato della linea. Variava secondo l’occasione ma era sempre un’immagine luminosa che riassumeva tanta realtà viva, fattiva.

A Pontassieve, per esempio, ero stato la prima volta con Leone Traverso, accompagnavamo in macchina – era, mi sembra, il 1936 – un nostro amico avvocato di quelli che secondo la giuliva ironia di Traverso staccava i pendagli dalla forca, a perorare in pretura. Ma ci sono tornato in circostanze più goderecce con Enrico Vallecchi e la sua brigata a qualcuna delle rinomate trattorie; ci sono passato per la Consuma, per Vallombrosa: e poi per visitare in ospedale mia moglie, vittima di un leggero incidente. Tante sono state le occasioni di costeggiare l’Arno e la Sieve specialmente dove confluiscono. E’ davvero un ganglio del corpo fiorentino dove pare metta le ali.

Il “levante fiorentino” è davvero un’espressione felice e che si presta a coprire i principali significati della vitalità: l’economia del Valdarno, la viticoltura di Pomino, le fornaci, le carpenterie, l’artigianato vario, le industrie leggere, ma anche le origini di Masaccio, di Piero e, perché no, del Sor Ardengo (Soffici), di Venturino Venturi: e i monasteri famosi o oscuri, le dispute umanistiche, le assemblee di categorie, le assise e le cerimonie musicali di oggi. Di là dall’Incontro.
Dentro o vicino il “levante fiorentino”.