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Dalla Cina con furore

27 Ago
27 Agosto 2015

Crisi CinaAppunti sulla (presunta) crisi cinese

La vicenda del crollo delle borse cinesi e del petrolio con i relativi riflessi sulle borse mondiali merita forse qualche annotazione meno severa verso i cinesi e più consona alla realtà.
Con buona pace di molti osservatori tendenti a scambiare le loro profezie con la realtà, da alcuni anni avevamo dei dati sotto gli occhi inequivocabili.
Primo. L’America di Obama è uscita da anni dalla crisi e resta la prima e assoluta economia mondiale. Le ricette di Obama e della Federal Reserve sono state quelle classiche: sostenere l’edilizia, spingere programmi di opere pubbliche, tutelare il manifatturiero e gestire sempre di più una autonomia energetica.
Per inciso avevamo segnalato tutto ciò già molti mesi or sono.
Secondo. La Cina era cresciuta per anni con ritmi a due cifre su base annua grazie al costo del lavoro bassissimo, alla mancanza di norme sindacali, alla sostanziale inesistenza di regole ambientali ed a un formidabile desiderio dei suoi ceti dirigenti di raggiungere standard di benessere europei.
Era difficile immaginare che a un certo punto lo sviluppo sarebbe stato ragionevolmente più basso? Definire drammatico un eventuale aumento del Pil cinese, che oggi potrebbe essere tra il 5 e il 7%, significa drogare la realtà. Cosa dovrebbero fare le economie europee che ballano tra lo 0,2 e il 2% di aumento annuo?
Siamo in presenza di un assestamento fisiologico e come tale va vissuto. Sperare in una crescita incontrollata della Cina significava guardare a occhi chiusi a un immaginario Paese dei Balocchi con tutte le conseguenze che lo stesso Paese dei Balocchi provocò al celeberrimo burattino di legno Pinocchio.

La sconfitta di Obama

07 Nov
7 Novembre 2014

usa-obama

La sconfitta di Obama è stata netta, senza attenuanti, devastante.

Cerchiamo allora di comprenderne le ragioni.

  1. Tutti ma in particolare noi occidentali ci siamo aspettati troppo dalla presidenza Obama. Dopo la triste e crepuscolare presidenza Bush, il sogno americano sembrava rivivere nella luce calda di questa avvenente coppia afroamericana. E forse Obama non è stato all’altezza dei sogni che aveva generato.
  2. Quattro fattori tecnici: A) le elezioni di medio termine favoriscono sempre il partito all’opposizione della Casa Bianca. B) Il flusso di aiuti che il partito repubblicano ha avuto non si era mai veduto in elezioni di questo tipo. C) i candidati repubblicani sono stati studiati alla perfezione: sembravano democratici moderati e portavano con sé una voglia di fare ed un giovane entusiasmo che ha trascinato gli indecisi. D) La riforma sanitaria è stata sabotata con tutta evidenza dall’interno ed a questo si sono aggiunti colossali errori nella impostazione informatica.
  3. In Libia e con l’islamismo armato l’amministrazione è apparsa balbettante e invece di guidare l’Europa ha sbandato insieme al fedele alleato.

Detto tutto ciò Obama ha portato a casa tre grandi risultati che per mera sfortuna non gli vengono riconosciuti. A) La riforma sanitaria dalla quale indietro completamente non si tornerà più. B) L’eliminazione di Bin Laden con tutto quello che ciò ha comportato a livello psicologico nei governi del mondo ed in particolare in quelli arabi. C) L’indiscutibile andamento positivo dell’economia americana, con centinaia di migliaia di posti di lavoro creati. Ma, ironia della sorte, mentre in tutto il mondo le elezioni vengono decise dallo stato dell’economia dei singoli paesi, in America questa volta la popolazione non ha realizzato fino in fondo la portata positiva dell’andamento dell’economia statunitense.

Obama ha due anni davanti a sé per dimostrare che le luci di speranza accese nel mondo sei anni fa con la sua elezione non sono spente ed avevano un ragione di essere.