Sarebbe una manna prorogare l’Expo di 2 mesi

10 Ott
10 Ottobre 2015

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Di Alberto Brandani, da ItaliaOggi

Si sa bene che il B.I.E (Ufficio Internazionale delle Esposizioni) è contrario a priori a ogni proroga se non in casi eccezionali. Sappiamo anche che un’eventuale proroga comporterebbe la necessità di rifare in tempo reale centinaia e centinaia di contratti di lavoro. Ma, detto questo, ci permettiamo di insistere. Milano, il Comune, il perfetto coordinamento che la prefettura ha fatto di tutti i corpi dello Stato, la vitalità del tessuto economico milanese, la spettacolare capacità di programmare eventi (ad esempio in questo weekend si svolgono a Milano tanti eventi culturali e di costume quanti a Parigi) e l’infinito numero di richieste, fanno capire che una proroga, anche di soli due mesi, permetterebbe a centinaia di migliaia di visitatori stranieri di abbinare il percorso spirituale del Giubileo ed il percorso laico dell’Expo, e continuerebbe a rimpinguare anche le casse fino a raggiungere, ne siamo certi, un sicuro pareggio. Permetterebbe poi al dibattito su cosa far dopo di decollare più compiutamente. Noi peraltro, le nostre idee le abbiamo da tempo: attivare la creazione di un gigantesco campus per la ricerca, l’innovazione e le tecnologie.
La piastra centrale dell’Expo è nel sottosuolo dove è stata installata una miniera di disposizioni tecnologiche pronte a molteplici usi; sarebbe delittuoso utilizzarla per scopi magari benemeriti ma che distruggessero tali preziosi predisposizioni tecnologiche. Anche l’idea di lasciare il solo padiglione Italia ci pare francamente irrealistica. Già vediamo la scena: transenne da tutte le parti e tutto il resto? Gli ambienti imprenditoriali di Milano hanno la capacità di disegnare un tessuto connettivo e anche i paesi che vogliono smontare i loro padiglioni siamo certi che ad un prezzo modico li lascerebbero volentieri dove sono. Quindi avanti con coraggio, italica fantasia e imprenditorialità lombarda che in Europa non è seconda a nessuno.

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