“Ballando” nel cuore degli italiani. Riflessioni semiserie sulla dittatura dell’Auditel: veritĂ  o realtĂ  virtuale?

10 Dic
10 Dicembre 2014

CONFERENZA STAMPA DI "ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO"E’ finita sabato sera “Ballando con le stelle”. Una edizione a dir poco suntuosa con Milly nel cuore degli italiani e l’Italia divisa il giorno dopo sulla giustezza della vittoria di una coppia invece di un’altra (quanto ha inciso il fattore umanitario?). Comunque sia il mio nipote Lorenzo di 7 anni ha imposto a tutta la famiglia (con caminetto acceso e plaid sul divano) una visione in modo da goderci tutti insieme la trasmissione. E questo la dice lunga sulla forza dei bambini nella scelta anche dei grandi. Ho preso spunto da Milly ed i suoi scatenati ragazzi per fare qualche riflessione.

Ogni tanto mi diverto a seguire i dati Auditel dei programmi televisivi, più che altro per vedere se quello che è piaciuto a me ha avuto successo o meno.

In ogni caso incuriosito dal fenomeno che seguo più o meno come l’oroscopo, ho studiato il meccanismo che governa il mondo della tv.

Da quanto ho appreso l’Auditel utilizza 5mila dispositivi, chiamati meter, che sono dislocati in varie zone del Paese.

Come 5mila famiglie possano essere rappresentative di 30 milioni di potenziali telespettatori mi riesce difficile capirlo, soprattutto dopo aver letto le modalità d’uso.

Chi è a casa e ha ricevuto il marchingegno deve accenderlo ogni volta che accende la tv. Se accende la tv a dimentica di accendere il meter, la sua tv risulterà spenta. Se vede la tv con più persone dovrà segnalarlo sempre sull’apparecchio, così come dovrebbe spegnerlo se si assenta per andare alla toilette. Insomma un meccanismo non così automatico da cui però dipendono investimenti pubblicitari, carriere professionali e successi di piccole e grandi star.

Navigando su internet si trova di tutto: chi accusa l’auditel di imperfezione, chi reo confesso dice di aver avuto il meter e di aver imbrogliato, chi ritiene che un sistema in mano alla stessa persona da 27 anni… abbia qualcosa che non va. Chi lo ritiene simile ai sondaggi elettorali, che spesso hanno oscillazioni notevoli e danno peso a una realtĂ  virtuale che poi viene smentita dai fatti.

Insomma ce n’è per tutti i gusti. Spesso a lamentarsi degli ascolti non veritieri è Sky che rivendica anche il mancato rilevamento delle registrazioni con Mysky e la tv sul tablet con Skygo.

In tutto questo l’istituto che dovrebbe vigilare e nel contempo promuovere un ulteriore rilevamento statistico, ovvero l’Agcom, non sembra interessato alla partita malgrado il suo statuto lo preveda espressamente e rimandi a responsabilità penali in caso di inadempimento. Sempre su internet si trovano diverse teorie complottiste che ritengono l’auditel uno strumento di potere che circuisce le masse, rendendo di successo programmi di imbarbarimento collettivo come gli improbabili talk show pomeridiani che mescolano gossip a cronaca nera e show volgari e urlati dove la dignità umana viene calpestata senza ritegno.

Per caritĂ  in Italia abbiamo problemi piĂą grandi, ma incuriosiscono i tanti lati singolari di questa vicenda.

E pensare che ingenuamente credevo che viste le nuove tecnologie bastasse inserire un micro chip in ogni televisore per vedere effettivamente l’ascolto di un programma.

Li non ci sarebbe possibilità di errore, ma la gestione poi sarebbe differente. E’ come se nel calcio si decidesse di metter la moviola in campo. Il potere svanirebbe. E gestire il potere che si tratti di gol o di poltrone, di cariche politiche o di programmi tv in Italia va sempre di moda. Però dall’AGCOM (e lo dico da cittadino fiducioso) sarebbe lecito attendersi una presa di posizione. Solo per sapere se il mio gioco del mattino è come l’oroscopo o c’è qualcosa di vero.

Lo Stato paghi i suoi debiti

06 Dic
6 Dicembre 2014

La politica è la grande passione del Professore. Su questo tema verte l’intervista concessa al Direttore di Canale 3 Toscana Franco Masoni. Le considerazioni del Professore sono di stringente attualitĂ , a maggior ragione dopo l’appuntamento regionale in Calabria e Emilia Romagna, che ha visto un affluenza estremamente bassa ed un nuovo ridimensionamento delle forse moderate di centrodestra. Così Brandani:

“E’ giusto riunire l’intero centrodestra, ma ad oggi ci sono due problemi fondamentali: la persona atta a guidare questo raggruppamento, oggi è difficile individuarla, e -soprattutto- i contenuti. Per una forza moderata il tema centrale è l’occupazione, prima ancora delle tasse. Solo se i 6 milioni di persone che non lavorano trovano un loro equilibrio economico, questi potranno trovare un equilibrio di ragionamento politico”. Il Professore sembra avere pochi dubbi: se i moderati non risolveranno il problema dell’occupazione, l’equilibrio sociale del Paese sarĂ  precario specie negli anni a venire.

Per Brandani la ricetta per far ripartire l’economia è chiara, piĂą volte l’ha ribadita in Giunta nazionale di Confindustria: “occorre che lo Stato paghi chi ha lavorato per lo Stato, perchĂ© è assurdo che delle aziende falliscano (ingrossando le file della disoccupazione) non potendo pagare i propri fornitori, solo perchĂ© a monte lo Stato non ha fatto fronte ai propri doveri”. Su tutto ciò, secondo l’intervistato, siamo ancora agli annunci.

A dormire sonni tranquilli, secondo Brandani, è Renzi, il Premier -infatti- ha per il Professore ben tre maggioranze: “quella che lo sostiene, una ancora piĂą forte con Forza Italia e un’altra ancora in cantiere con i 5 Stelle. Se Renzi non dovesse arrivare al 2018 sarĂ  solo per sua volontĂ , perchĂ© l’Italicum è una legge estremamente a lui favorevole nell’afasia dell’area moderata”.

Staff

Siena-Grosseto: l’Anas ed il viadotto delle terme di Petriolo, grande opere e sorprendente puntualità

05 Dic
5 Dicembre 2014

“Il cantiere è in regola con i tempi, i costi e le consegne. E’ una grande opera. I lavori dovrebbero terminare a fine  2015”. Così il Prof. Brandani ai microfoni di “Ping pong” su Canale 3 Toscana presenta i lavori sulla Siena-Grosseto, lavori che segue da vicino dal suo osservatorio presso l’ANAS. “Sarebbe sorprendente se tutto ciò venisse confermato dai fatti, con 5 viadotti di nuova costruzione, 3 gallerie naturali, 7 gallerie artificiali, 3 impalcati sui giĂ  esistenti viadotti e soprattutto il nuovo viadotto sul Farma largo 24 mt e lungo 800 mt”.

Staff

Appunti democristiani per l’elezione del capo dello Stato

04 Dic
4 Dicembre 2014

demita_brandani

Il sistema De Mita”

Nel 1985 Francesco Cossiga venne eletto Presidente della Repubblica alla prima votazione grazie a quello che fu comunemente definito “il sistema De Mita”.

Ciriaco De Mita, segretario della democrazia cristiana, fece presente alla direzione nazionale del suo partito che si poteva usare il sistema che lui riteneva corretto del più ampio coinvolgimento possibile delle forze politiche oppure l’idea (caldeggiata per la prima volta in una elezione presidenziale da Giuseppe Saragat) che maggioranza di governo e maggioranza per l’elezione del presidente dovessero coincidere.

A Forlani, vice presidente del consiglio e candidato naturale di Craxi, l’Onorevole De Mita fece presente che la scelta dell’una o dell’altra modalità non era affatto neutra. E Forlani con signorilità convenne di andare avanti nella ricerca della più ampia convergenza possibile.

De Mita, in un colloquio riservato, propose a Natta, segretario del partito comunista, il nome di Andreotti ma questi rispose che non ce l’avrebbe fatta a portare il suo partito sul nome dell’allora ministro degli esteri esprimendo però grande considerazione per il metodo De Mita e per la conseguente richiesta di rose di nomi.

De Mita riferì ad Andreotti lo stato dell’arte e ebbe da quest’ultimo il via libera a procedere nel suo metodo.

Incontro conclusivo fu quello con il presidente del consiglio Craxi, il quale, dopo una attenta disamina, arrivò a concludere che l’unico che aveva chance era l’onorevole Cossiga.

Iniziò allora il lavoro di richiesta delle terne di nomi a tutte le forze politiche. Tutte inserirono nella loro terna il nome di Cossiga meno una, irremovibile. Era il partito liberale. Alla fine De Mita riuscì nel miracolo di convincere anche il gruppo dirigente liberale. Non si è mai saputo come abbia fatto. Qualcuno sussurra che avesse fatto balenare l’ipotesi di una successiva nomina a senatore a vita per Giovanni Malagodi che peraltro l’avrebbe ampiamente meritata.

La cosa poi a dire il vero non si verificò.

Fu così che Francesco Cossiga divenne capo dello Stato alla prima votazione senza colpo ferire.

Alberto Brandani

Presidente Fondazione Formiche

Foto: Pizzi

“Mica si potrebbe trovare un milioncino per il Premio Letterario?”

03 Dic
3 Dicembre 2014

Franco Masoni ha intervistato lo scorso Luglio il Prof. Brandani nel corso della sua trasmissione “Ping Pong”, andata in onda su Canale 3 Toscana. Brandani è uomo di cultura e oltre ad alcuni passaggi sulla laboriosa Fondazione Formiche, si è soffermato con il Masoni sul Premio Letterario Isola d’Elba Raffaello Brignetti. Brandani racconta un aneddoto piuttosto curioso, episodio che dĂ  avvio ad una collaborazione oramai trentennale (il Professore presiede il Premio Letterario e la Fondazione Formiche). A metĂ  anni ’80 Geno Pampaloni convocò Brandani alla FacoltĂ  di Lettere a Firenze, dove trovò la grande Giuria del Premio, e gli disse: “Questo Premio è rimasto chiuso per undici anni, per mancanza di fondi, mica si potrebbe trovare un milioncino?”. Da lì incominciò un sodalizio tutto volontariato che ha portato il Premio a essere considerato tra i primi 30 premi letterari d’Italia.

Staff

Aiuti alle banche: Italia e Germania a confronto

28 Nov
28 Novembre 2014

ministeroeconomiafinanze_1Da un’accurata, e direi piccata, noticina del MEF si apprende che le banche italiane hanno avuto durante la crisi aiuti dallo Stato per circa 4 Mld di €, per altro in gran parte restituiti, mentre le banche tedesche circa 240 Mld.

La notizia mi pare si commenti da sola.

25 anni dalla caduta del Muro di Berlino, Helmut Kohl e Giovanni Paolo II protagonisti dimenticati

11 Nov
11 Novembre 2014

kohl_giovannipaoloIINei festeggiamenti per i 25 anni dalla caduta del Muro di Berlino, sono stati dimenticati, o non celebrati come avrebbero meritato, due protagonisti di quella pagina di storia.

Il primo è il cancelliere tedesco Helmut Kohl, uno dei più grandi statisti del Dopoguerra che ha guidato il processo di riunificazione della Germania con impegno e visione, senza farsi spaventare dalla cifra spaventosa che esso avrebbe richiesto.

Il secondo è Giovanni Paolo II, il Santo Padre, che con il suo pontificato diede una forte spallata al comunismo e a quel Muro di cui si celebra oggi la caduta.

(Foto: Bill Daten)