Un vero riformista: Mario Draghi alla BCE

27 Gen
27 Gennaio 2015
Mario Draghi
E così siamo arrivati all’acquisto da parte della Banca Europea di circa mille miliardi di titoli di Stato emessi dai paesi europei. Certo, non è come battere moneta ci diranno i puristi dell’economia, ma è una spinta formidabile alla ripresa dell’economia europea e -ancora di piĂą- alla ripresa di un’idea politica dell’Europa.

Come vero riformista, Mario Draghi ha perseguito questo obiettivo prima studiandolo accuratamente, poi costruendone la fattibilità, infine mettendolo in campo e, quindi, realizzandolo. Gettando, va da sé, il cuore oltre la siepe degli egoismi e dei calcoli eternamente perfettibili.

Pierfrancesco Favino, straordinario attore da commedia dell’arte

24 Gen
24 Gennaio 2015

Il cinema e la televisione ci avevano trasmesso un  in una dimensione sempre drammatica. E’ quindi con compiuta meraviglia che vi raccontiamo un altro Favino.

Servo per due è l’ultimo capolavoro di Pierfrancesco Favino e Paolo Sassanelli. Accompagnato dal gruppo di attori “Danny Rose” e dall’orchestra “Musica da Ripostiglio”, Favino sceglie di portare sulla scena uno spettacolo di Richard Bean, One man, two guvnors, tratto da Il servitore di due padroni di Carlo Goldoni.

La commedia di Goldoni torna a una trama italiana, ben strutturata  e mai casuale, intessuta di riferimenti storici al regime fascista, allegoria di un popolo servo….per due!?

Nella Rimini degli anni Trenta, un inedito Pierfrancesco Favino veste i panni di Pippo, servitore di due padroni. Allegro, sconclusionato, decisamente sopra le righe, è lui il protagonista indiscusso della vicenda, o meglio, è lui il responsabile di tutti gli equivoci e i malintesi che confondono i personaggi che gli girano intorno.

Pippo, senza lavoro, senza un soldo in tasca e, soprattutto, senza niente da mangiare, è alla ricerca disperata di un lavoro e il lavoro….arriva tutto insieme. 

Si ritrova a lavorare per due padroni contemporaneamente.

Dando vita a un’esilarante commedia degli equivoci, Pippo fa di tutto per riuscire nell’impresa: tenere a mente gli ordini dei due padroni, non confondere le missive indirizzate all’uno o all’altro, non farsi scoprire e, soprattutto, non farli incontrare.

“Ce la posso fare…se non mi confondo!”, ma il bello è proprio questo, è tutto qui: si confonderà…e pure troppo!!

Sfruttando tutte le suggestioni della commedia dell’arte, della farsa, della comicità dei saltimbanchi, Favino costruisce sapientemente un personaggio tipico, un servo sciocco, studiato in ogni dettaglio: nella voce, nella mimica facciale e nei movimenti, impacciati e goffi come quelli di un clown. Stupisce e fa ridere, sfonda la quarta parete, in una continua interazione con il pubblico fatta di improvvisazione, spontaneità e battute estemporanee.

A completare il tutto, l’allegria e l’energia dell’orchestra “Musica da Ripostiglio”, che irrompe nello spettacolo con una serie di vivaci intermezzi musicali: tormentoni e improvvisazioni che svelano tutta la carica  e il talento dei quattro musicisti, che danno lustro e brio all’intera rappresentazione.

*Si ringrazia Neliana Pansitta

I tre moschettieri. Finestra con vista… sul Quirinale

23 Gen
23 Gennaio 2015

Quirinale

Oggi cosa si vede nella nebbia fitta che circonda le manovre per il Quirinale?

Cominciamo con i candidati che abbiano uno standing di relazioni internazionali: abbiamo Prodi, D’Alema, Amato e Casini.

Questi quattro contemperano relazioni internazionali e ruoli istituzionali ricoperti nella vita del paese.

La rosa è di quattro nomi ma due, Prodi e D’Alema, non sono forse graditissimi ai contraenti il Patto del Nazareno.

Troppo forti, troppo autorevoli, troppo tutto insomma.

Restano Amato e Casini.

Gli italiani non hanno perdonato ad Amato il prelievo forzoso sui conti correnti (a prescindere dalla bontà o meno del gesto) e molta sinistra lo ha riempito di incarichi prestigiosissimi con un retro pensiero un po’ malpancista. Si tratta comunque di una indiscussa personalità.

A Casini, la minoranza del PD rimprovera forse certi tentennamenti nei suoi rapporti con Bersani ma la perfetta gestione della Presidenza della Camera, una tendenza alla ricerca del compromesso equilibrato ed una non comune professionalitĂ  politica ne fanno un candidato altrettanto attendibile.

E se Renzi volesse sparigliare? La mossa potrebbe essere quella di usare un volto femminile. Non potendo utilizzare la giovanile beltĂ  delle sue ministre (sia detto senza ironia) Boschi e Madia ha pronto la classe da gran signora della senatrice Finocchiaro, storica dalemiana, impeccabile capo gruppo, corretta presidente della commissione affari costituzionali e si dice gradita anche a Berlusconi. Un altro un altro dei nomi favoriti.

Speriamo che la divina provvidenza ci eviti improvvisazioni, colpi di scena, boutades giovanilistiche; mi raccomando, non siamo a masterchef. Garantiamo agli italiani un buon usato sicuro. 

Vittoria Puccini, quando un’attrice diventa vera e si mette in gioco

22 Gen
22 Gennaio 2015

vittoria_puccini

Di Vittoria Puccini sappiamo tutto o quasi. Dai successi romantico televisivi ai film d’amore.

Pensavamo e pensiamo che il suo habitat naturale sia il set. E’ perciò con curiosità, non disgiunta da un filo di scetticismo, che abbiamo seguito la sua voglia di mettersi in gioco a teatro ed un lavoro teatrale (La gatta sul tetto che scotta) del drammaturgo americano Tennessee Williams che, su due ore di spettacolo, ha un 50% del tempo sulle spalle della protagonista.

La Puccini se l’è cavata bene, anzi direi piuttosto bene, considerando che mostri sacri del passato sia in teatro, sia al cinema (es. Liz Taylor e Paul Newman), avevano dato grandi prove di sé.

La giovane attrice ha capito che il teatro arricchisce, obbliga a fare sempre e subito ferocemente bene e, quando tra gli applausi, è partito qualche “brava” ha guardato lassù verso il loggione con aria incredula e sbarazzina.

Il tour dello spettacolo, dopo Firenze (fino al 25 gennaio al Teatro della Pergola), tocca 17 teatri: Fermo (6 febbraio); Recanati (7); Fabriano (8); Tivoli (10). E poi Corato (13 febbraio); Avellino (14 e 15); Salerno (dal 19 al 22); San Giovanni Valdarno (27); Pisa (dal 28 febbraio all’1 marzo); Roma (5-15); Venaria (17); Cuneo (18); Asti (19); Bologna (dal 20 al 22 marzo). Il tour prosegue a Verona (dal 24 al 29 marzo); Lugano (dal 31 marzo all’1 aprile) e a Napoli (8-9).

(Tania Bucci/New Press Photo)

Trasporto, settore da riposizionare

23 Dic
23 Dicembre 2014

Solo dando prioritĂ  a efficienza e competitivitĂ  si potrĂ  risalire la china della crisi

foto presidente brandani_youtubeL’intervista di Anna Colazzo al Prof. Alberto Brandani pubblicata Lunedì 22 dicembre ’14 su Eventi, inserto de Il Sole 24 Ore.

Quadro normativo, competitivitĂ , efficienza. Passano da qui le prioritĂ  dell’autotrasporto e della logistica per un riposizionamento strategico del settore.
Solo così, affrontando con strategia e cognizione le difficoltà di una crisi che non passa e che non dispensa il comparto, si può risalire la china e trovare respiro.
“In previsione di una sostanziale staticitĂ  degli indici delle merci da trasporto nel breve e medio termine, pertanto in presenza di una crisi economica mondiale che segna in maniera piĂą pesante il nostro Paese tra quelli dell’eurozona e che si sta rivelando piĂą lunga del previsto – afferma Alberto Brandani, presidente di Federtrasporto -, occorre rivedere il quadro normativo affinchĂ© dia certezze agli operatori ed eviti il contenzioso all’interno della filiera logistica, che negli ultimi anni è cresciuto a dismisura”. Pratico e concreto Brandani guarda ai fatti. NĂ© potrebbe essere altrimenti per uno che ha amministrato per 20 anni il Monte dei Paschi, quello dei tempi d’oro, e Anas, Ferrovie dello Stato, assicurazioni, e banche estere. E’ inoltre Presidente di Formiche, uno dei piĂą influenti network culturali del Paese. Scegli meglio slot machines online giocare.
Con l’acume di chi ai problemi è abituato a trovare una soluzione veloce, Brandani tira le somme e fa il quadro sul comparto. “Le imprese del settore – dice – chiedono di essere messe in condizione di recuperare il gap competitivo che le differenzia dai vettori stranieri, i quali hanno via via sottratto quote importanti di merci nei traffici nazionali e internazionali, il cui recupero oggi appare l’obiettivo primario”.
Non basta, serve molto altro: “E’ necessario -spiega- un recupero di efficienza che può essere ottenuto con azioni volte a ridurre i costi di esercizio delle imprese, dal costo del lavoro ai costi impropri derivanti da vincoli burocratici, che passano anche attraverso un cambio di mentalitĂ  e una piĂą snella modulazione di norme che ne appesantiscono la loro stessa operativitĂ  quotidiana e costituiscono un aggravio di costi amministrativi”.
In gioco poi entra il livello di competitivitĂ . “Occorre aumentare i fattori di competitivitĂ , pure misure semplici e a costo zero per lo Stato -conferma il Presidente-. Per esempio la parziale attenuazione delle giornate di divieto di circolazione per i mezzi pesanti contribuirebbe ad aumentare produttivitĂ  e competitivitĂ  per gli operatori del settore”. Da parte loro le imprese si attendono che il Governo e il Parlamento diano risposte concrete al bisogno crescente di politiche industriali del trasporto e della logistica, di cui l’Italia ha bisogno per tornare a crescere e creare occupazione.
Quanto all’argomento competitivitĂ , di sicuro lo Stivale ha i suoi assi nella manica, come il trasporto marittimo. “Con il Registro internazionale e tonnage tax la flotta italiana è competitiva e ai primi posti nella graduatoria mondiale – sottolinea Brandani -. Con 15,5 miliardi di euro di investimenti negli ultimi 10 anni l’armamento ha rinnovato il naviglio con un incremento dell’occupazione del 4,7% nell’ultimo triennio”. Ma neppure qui mancano i problemi, come infrastrutture portuali non adeguate all’evoluzione dei traffici, burocrazia pesante e contesto amministrativo carente.
Non mancano le osservazioni sul trasporto ferroviario e sul perchĂ© non convenga separare rete e imprese ferroviarie: “Soprattutto per la potenziale perdita della capacitĂ  di innovazione del sistema – spiega il presidente -. Senza una direzione comune, per esempio, non avremmo ora il Frecciarossa 1000, un treno che potrĂ  andare a 350 km/h anche grazie allo sviluppo tecnologico della rete”. D’altronde, se si guarda all’Europa, quasi nessuno ha separato rete e impresa. Laddove è stato fatto, è il caso del Regno Unito, si sta tornando sui propri passi. Infine, Brandani non ha dubbi sul tema privatizzazione e sul passaggio piĂą importante per arrivarci: “Sicuramente va definito un quadro regolatorio certo – dice -, sia per per quanto riguarda il calcolo dei pedaggi per l’utilizzo della rete sia per le modalitĂ  di gestione delle gare per il trasporto pubblico locale. Con una cornice di regole chiara, la privatizzazione farĂ  bene alle Fs, ai cittadini e al Governo”. Infine, è d’obbligo una battuta sulla questione Monte. “Penso che il peggio sia passato – conclude il Presidente, da conoscitore di questa realtĂ  -, un buon management deve ora rilanciare la rete, attento alla gestione caratteristica e a una precisa valorizzazione delle risorse umane, da sempre motore segreto dello sviluppo montepaschino”.

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Permesso, grazie, scusa

21 Dic
21 Dicembre 2014

VATICAN-POPE-URBI ORBI-CHRISTMASLa piĂą grave crisi politica del dopoguerra (dal 2008) mette a dura prova anche il mio tradizionale ottimismo, ma voglio lo stesso segnalare tre parole che il Santo Padre ha ripetutamente suggerito nell’Angelus della Domenica: permesso, grazie, scusa.
Sembra una cifra stilistica o forma lessicale, ma dietro a ciascuna di queste e nel loro insieme vi è l’elegia del rispetto, la virtĂą del ringraziamento e la disciplina del riconoscimento dell’errore.

Quando la pietas svanisce: pietĂ  per i vinti

17 Dic
17 Dicembre 2014

Michelangelos_Pieta_5450_cut_out_detalleCi sono due episodi recentissimi su cui val la pena meditare.

Il primo è il linciaggio a cui è stata sottoposta l’onorevole del Pd Micaela Campana, messa alla gogna per un sms a Salvatore Buzzi spuntato dalle intercettazioni. I suoi, secondo l’accusa, sarebbero stati toni troppo “amichevoli”, anche se, come pare, rappresentassero un modo di comunicare usuale per la deputata.

Il secondo, riguarda invece l’ex presidente della Regione sicilia, Totò Cuffaro, a cui non è stato permesso di vedere l’anziana madre, in precarie condizioni di salute. Perché? Secondo il giudice di sorveglianza, quest’ultima ha il morbo di Alzheimer e questo svuoterebbe “di significato” il “colloquio” poiché sarebbe “pregiudicato in soddisfacente momento di condivisione”.

Entrambi gli episodi, purtroppo, segnalano un imbarbarimento generale del Paese a cui vorremmo non dover assistere.