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Si alza il sipario della 49^ edizione del Brignetti: sul palco Marco Frittella e Valeria Altobelli, ospiti d’onore il prefetto Francesco Paolo Tronca e il direttore de Il Giornale Augusto Minzolini

18 Ago
18 Agosto 2021

18 agosto 2021 – Intervista al presidente della giuria letteraria prof. Alberto Brandani, a cura del sito del Premio Letterario

D. Come si è sviluppata nell’anno l’attività del Premio Letterario?
R. Il Premio Brignetti è stato partner culturale insieme a Ferrovie dello Stato, al mensile La Freccia ed alla Fondazione Formiche di importanti eventi in tutta Italia. È continuata così la nostra opera per far conoscere il Brignetti anche fuori dalle mura di casa. A tale proposito voglio anche ricordare che, insieme ai sopra citati partners, organizzeremo a metà settembre un evento anche a Capoliveri il giorno 18. Ma di questo avremo modo di parlare a suo tempo. Esprimo un apprezzamento per il comune di Portoferraio che è vicino al Premio Letterario da molti anni e che ci sostiene anche in tutte queste nostre iniziative che tendono, ovviamente, ad allargare la platea dei lettori, in particolare i più giovani. A tal proposito molto illuminanti le parole dell’Assessore alla Cultura Nadia Mazzei: “la cerimonia di premiazione del Premio Letterario rappresenta per la nostra città un importante appuntamento culturale di assoluto prestigio che accresce le occasioni di incontro e scambio formativo. Gettando già lo sguardo verso la prossima edizione in cui si raggiungerà un traguardo eccezionale per la storia della manifestazione stessa” Saprete anche dell’armonia che mi lega al Presidente del comitato promotore prof. Giorgio Barsotti ed alla segreteria organizzativa che è sempre stata di valido supporto. Voglio anche ricordare l’integrazione tecnica che negli anni abbiamo maturato con gli amici del Festiva Elba Isola Musicale d’Europa nel concertare un calendario agibile per entrambe le manifestazioni. In ultimo, ma non ultimo per importanza, ringrazio gli sponsor piccoli e meno piccoli che ci permettono tutti gli anni, con grande fatica, di portare avanti questa complessa ed articolata manifestazione.

D. Presidente Brandani, il giorno 14 avete chiuso le urne sia per la giuria popolare che per quella letteraria per esprimere i propri orientamenti; a questo punto ci può dare un suo giudizio sulle tre opere in corsa?
R. Direi che ‘Italiana’ è un romanzo corposo ed interessante. Ho letto con curiosità il libro non conoscendo la storia di Ciccilla e mi ha dato modo di riflettere sul brigantaggio calabrese, in realtà una vera guerra civile. Di ‘Quel maledetto Vronskj’ ho trovato molto attuale il tema centrale: la fragilità della nostra esistenza di fronte ad un male improvviso, il senso di impotenza, l’importanza degli affetti più vicini. ‘Il gioco delle ultime volte’ usa un linguaggio giovanile e sperimentale, la trama è basata sulle relazioni personali e sulle loro evoluzioni nel tempo.

D. Sulla serata della cerimonia ci può dare qualche anticipazione?
R. Innanzitutto voglio ricordare che per prendere parte alla cerimonia di premiazione che si terrà sabato 4 settembre alle ore 21:30 presso la Villa Romana della Linguella è obbligatoria la prenotazione presso La Libreria Stregata di Portoferraio che risponde al nr. telefonico 0565/193.04.64, inoltre come da disposizioni ministeriali, tutti i presenti dovranno essere in possesso di Green pass. Sono poi in grado di annunciare con piacere che oltre al giornalista, saggista e conduttore tv Marco Frittella e la showgirl Valeria Altobelli, nomi di assoluto rilievo nel panorama italiano, avremo due ospiti d’onore: si tratta del prefetto Francesco Paolo Tronca e del direttore de Il Giornale Augusto Minzolini. Il prefetto Tronca conosciuto per i suoi prestigiosi incarichi tra i quali Capo del Dipartimento dei vigili del fuoco anche durante la drammatica vicenda della Costa Crociere all’Isola del Giglio poi prefetto di Milano durante l’Expo Milano 2015 e commissario straordinario del comune di Roma. Augusto Minzolini invece è stato grande commentatore di fatti ed episodi politici fin da quando lavorava alla Stampa di Torino, passato successivamente a direttore del Tg1 ed approdato da poco alla direzione de Il Giornale. Anche la loro presenza conferma l’attenzione di mondi, i più diversi, al Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba – R. Brignetti.

Invito alla presentazione del libro: “Ettore Bernabei il primato della politica”. Palermo, 28 luglio

22 Lug
22 Luglio 2021

Napoleone, mito e leggenda

04 Giu
4 Giugno 2021

Di Alberto Brandani, su La Freccia

La notizia della morte di Napoleone Bonaparte fu pubblicata sulla Gazzetta di Milano il 16 luglio 1821. Alessandro Manzoni l’apprese l’indomani e, in tre soli giorni, compose l’inno che, ancora manoscritto, si diffuse rapidamente per divenire presto celeberrimo. Manzoni nutriva sentimenti antinapoleonici, ma di fronte all’evento subì il fascino del genio. «Che volete?», diceva allo storico Cesare Cantù, «era un uomo che bisognava ammirare senza poterlo amare; il miglior tattico, il più infaticabile conquistatore, con la maggiore qualità dell’uomo politico, il sapere aspettare ed il saper operare. La sua morte mi scosse come se al mondo venisse a mancare qualche elemento essenziale; fui preso da smania di parlarne, e dovetti buttar giù quest’ode, l’unica che si può dire improvvisassi in men di tre giorni». (C. Cantù, Alessandro Manzoni. Reminiscenze, Milano, Treves, I, pag. 113). «Ei fu», due parole di straordinaria efficacia. «Ei» perché è lui l’uomo di cui tutto il mondo parla e «fu», non perché è morto, ma perché è entrato nell’Olimpo degli immortali.

«Dall’Alpi alle Piramidi,

dal Manzanarre al Reno,

di quel securo il fulmine

tenea dietro al baleno;

scoppiò da Scilla al Tanai,

dall’uno all’altro mar.

Fu vera gloria?

Ai posteri l’ardua sentenza».

Francesco De Sanctis scrisse che rappresentare le grandi vittorie in altro modo sarebbe stato impossibile. Manzoni ci fa capire non solo che Napoleone provò tutto, ma anche che due interi secoli guardarono a lui come l’homo faber che poteva guidarli e comandarli.

«Tutto ei provò: la gloria

maggior dopo il periglio,

la fuga e la vittoria,

la reggia e il tristo esiglio:

due volte nella polvere,

due volte sull’altar.

Ei si nomò: due secoli,

l’un contro l’altro armato,

sommessi a lui si volsero,

come aspettando il fato;

ei fe’ silenzio, ed arbitro

s’assise in mezzo a lor».

«E sparve». Siamo qui a una meravigliosa riflessione sull’effetto lirico e sulla malinconia che subentra nei grandi condottieri quando la parabola si fa discendente e vengono fuori le cose peggiori degli uomini («l’immensa invidia» e «l’inestinguibil odio») e «il cumulo delle memorie» scese a frenare la «stanca man».

«E ripensò le mobili

tende, e i percossi valli,

e il lampo de’ manipoli,

e l’onda dei cavalli,

e il concitato imperio,

e il celere ubbidir».

Certo, l’emozione religiosa di Manzoni ci dice che la Provvidenza e il Dio che affanna e consola, alla fine, gli sono stati vicini.

A distanza di 200 anni Il cinque maggio, scritta da Manzoni e tradotta in tedesco da Johann Wolfgang von Goethe, ci aiuta a ricordare come le più grandi menti del tempo, ancorché distanti fra loro, abbiano provato un’emozione profonda.

Napoleone è il monumento vivente alle qualità dell’uomo che lui tutte racchiude. Condottiero ineguagliabile, stratega supremo, uomo coltissimo, porta sempre al seguito nei campi di battaglia una biblioteca di 600 volumi divisa in comparti. Saccheggia di capolavori l’Italia pittorica per fare del Louvre il più grande museo del mondo. Ma, mentore universale, valorizza anche l’Accademia di Brera. Con lui la parola e la comunicazione diventano di una modernità sconvolgente. A tutte le classi sociali, dalle più povere a quelle della borghesia, manda un messaggio inequivocabile: se sono diventato imperatore io, di umili origini, lo potete diventare anche voi, anzi voi lo siete già con me, in una sorta di millenaria reincarnazione. Si comprenderà come i balletti e i belletti delle corti europee, con le loro enormi spese, il dispregio del merito e l’arroganza di smisurate ricchezze parassitarie, non potevano competere con il generale dagli occhi d’aquila che veniva dalla Corsica. L’Europa popolare e quella colta riconoscevano entrambe in Napoleone il valore della competenza nella sua più assoluta esplicitazione.

E se è vero che dovremo prima o poi recuperare lo studio autentico della storia nelle nostre scuole, di Napoleone c’è davvero bisogno. Per i contemporanei di allora, per gli uomini di oggi, per gli studiosi e i giovani di domani, l’aquila napoleonica vola sempre alta nei cieli, lontana, irraggiungibile. Ma le sue opere, le sue intuizioni faranno sempre parte del patrimonio dell’umanità. E anche Manzoni, con Il cinque maggio, volle sentirsi indiscutibilmente coinvolto in questo sentimento universale.

Il Prof. Brandani ospite de “il Caffè di RaiUno” per presentare “Francesco e il Sultano” di Ernesto Ferrero

12 Ott
12 Ottobre 2019

Il Premio Letterario Brignetti e l’Isola d’Elba a TuttoChiaro

19 Lug
19 Luglio 2019

UnoMattina sul 47^ Premio Letterario Internazionale Isola d’Elba – Brignetti

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15 Luglio 2019